Le patologie e malattie professionali causate dall’amianto sono numerose e vengono classificate dai professionisti in malattie maligne e malattie benigne.
Per realizzare questa guida abbiamo richiesto il supporto dello Studio Legale Ciappini, specializzato nella consulenza per il risarcimento dei danni da amianto.
Le malattie benigne causate dall’amianto
In questa macro categoria rientrano il versamento pleurico e l’ispessimento pleurico diffuso.
Il versamento pleurico si manifesta con la presenza di liquido tra i due fogli fibrosi, le pleure, che fungono da protezione per i polmoni e ne permettono il corretto movimento durante la fase di respirazione.
I sintomi tipici del versamento pleurico possono essere una leggera febbre, dolore al torace e respiro affannoso.
Quando sono presenti tracce di amianto nell’apparato respiratorio, sulla pleura si possono formare delle placche ovvero lesioni fibrose dovute alle irritazioni da amianto.
Le placche pleuriche non provocano sintomi particolari e non compromettono la respirazione, a meno che non siano presenti in quantità e con dimensioni notevoli; vengono scoperte solitamente attraverso radiografie al torace.
Possiamo descrivere l’ispessimento pleurico diffuso come una patologia di tipo calcifico e fibroso, esteso su una superficie di svariati centimetri, che causa alterazioni delle capacità respiratorie. Rispetto alla patologia del versamento pleurico è certamente meno comune.
Le malattie maligne causate dall’amianto
Rispetto alle patologie benigne, quelle maligne presentano dei tempi latenza molto lunghi, si parla anche di trent’anni.
Precisiamo che il periodo di latenza rappresenta il lasso di tempo necessario affinché la malattia si manifesti attraverso sintomi evidenti.
A questa categoria appartengono l’asbestosi, il tumore a livello polmonare, il mesotelioma pleurico e quello peritoneale.
Chiamata anche fibrosi polmonare interstiziale, l’asbestosi è causata dalla presenza di fibre di amianto direttamente sugli alveoli. Queste sono le principali responsabili della produzione di tessuto fibroso all’interno degli alveoli polmonari.
La presenza di fibre di amianto causa inoltre:
- Tumori;
- Legami tra le fibre e le potenziali sostanze tossiche e cancerogene presenti nell’ambiente.
Dopo che le fibre si sono posizionate sulle vie aeree e hanno provocato le prime lesioni, si nota un ispessimento diffuso e una fibrosi estesa a tutti i polmoni.
Questo quadro clinico comporta la compressione e la retrazione del polmone che assume la forma tipica di favo.
Con il tempo la situazione è destinata a peggiorare ed il paziente inizia a manifestare tosse con potenziali tracce di sangue e cianosi.
A prescindere dalla tipologia di amianto presente nell’organismo, il tumore polmonare è la conseguenza più frequente derivante dall’esposizione all’amianto.
Questa patologia era molto frequente negli anni Trenta tra i lavoratori delle aziende tessili nel Regno Unito; l’esposizione all’asbesto provoca nella quasi totalità dei casi il cancro, soprattutto tra coloro che fumano un alto numero di sigarette.
Il mesotelioma pleurico e quello peritoneale
Molti dei lavoratori che sono esposti all’amianto vengono colpiti da questo tipo di patologia. Il mesotelioma pleurico è anche definito il tumore di vicinanza in quanto può colpire anche i familiari e le persone vicine a coloro che vengono in contatto con l’amianto.
Le fibre e le particelle di amianto infatti rimangono sospese nell’aria ma anche sugli indumenti da lavoro e si diffondono con estrema facilità negli ambienti domestici.
La patologie del mesotelioma è altamente frequente nelle zone industriali, in quelle vicine ai cantieri navali e nelle aree caratterizzate da un’alta percentuale di inquinamento.
Questa malattia si manifesta attraverso masse che si diffondono lungo i fogli delle pleure, come tante piccole gocce della stessa consistenza della cera.
Infine, il mesotelioma peritoneale: questo tipo di tumore attacca la membrana ce avvolge l’intestino, il peritoneo appunto.
Sono considerati sintomi e campanelli di allarme la comparsa di versamenti nella cavità dell’intestino (in gergo tecnico si usa il termine ascite) e dolore nella zona addominale.